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Segnalato da: laRepubblica, IlGiornale, Salute33, ForumSalute.it
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Rettocele: mai sottovalutare i primi sintomi!

Rettocele: mai sottovalutare i primi sintomi!

Il Rettocele rappresenta una sorta di scivolamento del retto (prolasso) dalla sua normale posizione all'interno della vagina, causato da una perdita di tono o lacerazione del pavimento pelvico (l'insieme dei muscoli, dei legamenti e del tessuto connettivo situati nella zona pelvica). Il paziente avverte i primi sintomi durante la defecazione che avviene con non poca difficoltà. Se i fastidi persistono è necessario rivolgersi al proctologo per un esame pelvico approfondito.


Lo specialista ha il compito di identificare la gravità del rettocele che si distingue in:

  • Rettocele di 1° grado: solo una piccola parte del retto procede verso la vagina.
  • Rettocele di 2° grado: la porzione di retto riesce quasi a raggiungere l’apertura della vagina.
  • Rettocele di 3° grado: il retto esce completamente dalla vagina.


Quali sono i principali fattori di rischio?

Questa patologia colpisce maggiormente le donne adulte che hanno partorito più volte o che hanno raggiunto la menopausa, ma può verificarsi anche nelle donne di ogni età e anche negli uomini. Studi approfonditi hanno dimostrato che i parti naturali contribuiscono all'indebolimento progressivo del pavimento pelvico; al contrario, i parti effettuati con taglio cesareo hanno registrato una minore incidenza di sviluppare il rettocele.

Con l’avanzare degli anni (soprattutto dopo la menopausa), la donna non produce più la giusta quantità di estrogeni che, oltre all'indebolimento dei muscoli del pavimento pelvico, può portare anche al prolasso uterino.


Da non sottovalutare anche il fattore genetico: alcune malattie congenite modificano la struttura del collagene (una proteina essenziale del tessuto connettivo), con la conseguente perdita di elasticità del pavimento pelvico.


Come intervenire

Mai prendere sottogamba i primi sintomi: un rettocele non curato aumenta l’intensità del disagio durante la defecazione e la stipsi diventa cronica a tal punto da dover intervenire manualmente per l’eliminazione delle feci. Anche il sanguinamento può rappresentare una fastidiosa complicanza della patologia.


Come abbiamo già accennato il medico deve effettuare prima un esame pelvico, per poi procedere con esami più specifici (questionario di valutazione, ecografia, risonanza magnetica e defecografia) a seconda della diagnosi di rettocele.


In caso di rettocele di 1° grado (quindi di lieve entità) si consiglia di praticare gli esercizi di Kegel, una serie di contrazioni volontarie dei muscoli del pavimento pelvico a stretto contatto con utero, uretra, vescica e retto. Lo scopo principale di questi esercizi è l’allenamento muscolare continuo per ridurre la possibilità del rettocele. Gli atri due aspetti da tenere sotto controllo sono: l’eccessivo peso corporeo e gli sforzi esagerati nel compiere, per esempio, sollevamenti di oggetti troppo pesanti.


Nei casi più gravi di rettocele si interviene a livello chirurgico (chirurgia colo-rettale).


Anche per questa patologia, il consiglio è sempre lo stesso: prevenzione! Ecco alcuni semplici accorgimenti per non trovarsi impreparati:


Praticare costantemente gli esercizi di Kegel (per informazioni più specifiche chiedete al vostro medico curante).


Mangiare tanta frutta e verdura ricca di fibre al fine di contrastare la stitichezza.


Non fumare.


Nutrirsi in maniera adeguata in caso di sovrappeso o obesità.


Non compiere inutili sforzi nel sollevare oggetti ingombranti.

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